Nei corsi pre-parto mi capita che le coppie che seguo leggano questa parola e non sappiano a cosa si riferisca, eppure se dico “il taglietto” tutto si chiarisce; si quel “taglietto” che qualcuno ancora pensa che sia di routine, che sia da fare a tutti i costi perché il bambino possa nascere in sicurezza, che sia necessario per evitare che la mamma si laceri, beh qui un dubbio mi sorge spontaneo: se si taglia in qualche modo si crea comunque una lacerazione al perineo, no?…

L’episiotomia è considerata a tutti gli effetti un intervento chirurgico, che prevede l’incisione del perineo durante la fase attiva del secondo stadio (più comunemente conosciuta come fase espulsiva).

COSA SERVE? Per prima cosa serve il consenso materno (già, essendo un intervento chirurgico la mamma deve essere informata prima della sua esecuzione e almeno verbalmente, deve dare il consenso alla sua esecuzione). Per questa incisione servono forbici rette e lidocaina, che è lo stesso anestetico usato dal dentista perché l’incisione NON deve essere fatta senza anestesia.

COME VIENE FATTA? Dopo aver avvertito la mamma e averne dato le motivazioni per le quali sia necessario eseguirla, durante una contrazione viene anestetizzata la zona del perineo che verrà incisa, si aspetta quindi la contrazione successiva in modo da dare il tempo all’anestetico di fare effetto quindi viene effettuata l’incisione con l’uso della forbice. La più praticata è la paramediana che va dalla vagina (nel punto poco sopra la forchetta, cioè la zona più bassa della vagina) verso il gluteo, per una lunghezza di circa 3 cm, questo tipo di episiotomia è la più sicura in quanto dirige il taglio lontano dalla zona anale per evitare che questa si laceri.

QUANDO SERVE E QUANDO NO

Le indicazioni all’episiotomia sono davvero poche:

  • NECESSITA’ DI UN PARTO OPERATIVO: per posizionare una ventosa spesso (ma non in tutti i casi) serve, diciamo, allargare un po’ lo spazio per applicarla bene (apro una parentesi, la ventosa non va messa quando la testa è molto alta, visto che si usa se il feto sta male, nel caso di testa molto in alto meglio un cesareo)
  • PRESENZA DI UN PERINEO MOLTO RIGIDO e intendo moooolto rigido, che non si distende con la discesa della testa (e anche qui una parentesi: se la testa mentre spingete scende e dopo le spinte risale un po’ è normale: immaginate il perineo come un elastico, quando la testa preme si distende, quando le spinte finiscono torna come prima, con una piccola differenza che la strada che ha fatto la testolina viene recuperata con la spinta successiva e la testa avanza ancora un pochino e così via finchè non nasce)
  • FETO IN SOFFERENZA CHE DEVE NASCERE MOLTO VELOCEMENTE: in questo caso non si aspetta che faccia tutto il processo che vi ho spiegato nell’ultima parentesi per ovvie ragioni di sopravvivenza del bimbo. Quindi si procede ad allargare velocemente la “via d’uscita” del bimbo.
  • Alcune indicazioni danno anche PRESENZA DI UNA CICATRICE: in realtà la cicatrice è una zona di tessuto più fragile, per cui potrebbe succedere che si riapra da sola durante la nascita del bambino, ma da qui a scegliere di fare un’episiotomia si rischia di creare una seconda cicatrice mezza sovrapposta a quella precedente e mezza no, quindi una zona di tessuto fragile e rigido più estesa.
  • Un’altra motivazione “insensata” all’episiotomia è per DISTOCIA DI SPALLA, questa problematica si verifica quando il bimbo “si incastra” con la spalla sopra alla sinfisi pubica, cioè l’articolazione del bacino che si trova sotto la zona del pube conosciuta anche come “monte di venere”. Il bimbo è quindi incastrato sopra una struttura ossea, per risolvere tale distocia ci son particolari manovre che non richiedono un’incisione del perineo.
  • E poi la mia preferita DARE UN AUITINO la motivazione meno sensata di tutte, in quanto l’effetto di un’episiotomia rispetto a quello di una lacerazione spontanea è molto più dannoso. L’episiotomia fatta in questi casi ha il solo vantaggio di essere più facile da suturate per l’ostetrica o il ginecologo, oltre al fatto che in questo modo gli operatori “si liberano prima” (credetemi…succede purtroppo, raramente ma succede).

COME LIMITARE IL RISCHIO AL RICORSO ALL’EPISIOTOMIA

Vi sono modi per limitare l’uso dell’episiotomia solo ai casi strettamente necessari:

  • Per prima cosa evitare la posizione supina e soprattutto ginecologica durante le spinte: questa posizione induce chi segue il parto ad eseguire un’episiotomia. Inoltre, è la posizione meno indicata per il parto in quanto aumenta il rischio di lacerazione, rende più difficile l’uscita del bambino per la direzione che assume il canale del parto e l’osso sacro in questa posizione è bloccato e non può muoversi come dovrebbe.
  • Scrivere nel piano del parto che l’episiotomia sia praticata solo se strettamente necessario e previo richiesta del consenso.
  • Il parto in acqua può essere protettivo perché, sicuramente mantiene lontane le forbici, ma in più l’acqua calda può rilassare il perineo e permettere che si distenda e lasci passare il bimbo senza lacerarsi.
  • Favorire un parto attivo e naturale
  • Meglio evitare l’epidurale che può portare ad un parto in posizione ginecologica o con ventosa e quindi il ricorso all’episiotomia
  • Per limitare il rischio generico di lacerazioni inoltre, durante le spinte è importante che la testa del bimbo scenda lentamente e dolcemente, se scendesse troppo rapidamente il tessuto del perineo non potrebbe distendersi e rischierebbe di lacerarsi. Per questo motivo la manovra di Valsalva va evitata, questa manovra è quella che tipicamente vediamo fare nei film: la mamma prende fiato e a bocca chiusa spinge per 10 secondi, questo tipo di spinta riduce l’ossigenazione al neonato, è molto forte all’inizio ma dopo i primi 2-3 secondi questa forza è quasi inesistente e la mamma “spinge nel modo sbagliato”, si stanca inutilmente e per di più rischia di lacerare il perineo. Molto più indicate sono le spinte con vocalizzazioni, più spinte in una stessa contrazione e soprattutto rilassarsi e riposare tra una contrazione e l’altra.

Altri consigli iniziano già dalla gravidanza:

  • Farsi seguire dall’ostetrica durante la gravidanza, in modo da essere correttamente informata su queste procedure e preparare il perineo per limitare anche il rischio di lacerazioni spontanee.
  • Fare movimento in gravidanza per tonificare ed elasticizzare la muscolatura
  • Eseguire il massaggio perineale a partire dalla 34° settimana
  • Trattare eventuali cicatrici perineali attraverso massaggi specifici con olii appositi come quello di iperico, alla calendula o alla lavanda

E LA GUARIGIONE?

Un’episiotomia può essere più dolorosa e la sua guarigione più lenta, ma le indicazioni per la cura di un’episiotomia o di una lacerazione sono le stesse:

  • Tenere la zona pulita con acqua corrente tutte le volte che si va in bagno e asciugarla bene, mentre usare un detergente intimo una volta al giorno (il detergente può seccare la cute e una cute lacerata è ancora più sensibile)
  • Cambiare spesso l’assorbente in modo che il perineo non resti a contatto con il sangue e non resti umido
  • L’acqua usata per lavare il perineo può essere usata con qualche goccia di tintura madre di calendula che è sfiammante e favorisce la guarigione
  • Per una rapida guarigione può essere utile applicare compresse imbevute di acqua sterile contenente tintura madre di calendula al 5% (5ml in 100 ml di acqua) tale soluzione può essere conservata in un boccetto scuro da tenere in frigor e usarla ad ogni cambio assorbente per imbibire una garza o una pezza in cotone e applicare tra perineo e assorbente
  • Mentre si va in bagno l’urina potrebbe provocare bruciore alla ferita, in questo caso può essere utile fa scorrere sopra dell’acqua
  • In ultimo controllare che non vi siano cattivi odori, dolore o strani gonfiori, in tal caso meglio farsi visitare dalla propria ostetrica o ginecologa

Seguimi su Facebook

All rights reserved Ostetrica Colombo.