Come ostetrica ho sentito spesso mamme, papà, parenti e amici chiedermi: ma non è che se lo tengo sempre in braccio, gli do sempre il seno…poi lo vizio? Negli ultimi giorni mi sono messa a riflettere su queste frasi e ho pensato: “ma siamo sicuri che sia il bimbo quello che viene viziato? Non è che probabilmente siamo noi i veri viziati da questa società che vuole tutto, subito e nel modo più semplice e facile?”

“Senza far fatica non si ottiene nulla”, “Per raggiungere la cima della montagna devi faticare, ma poi il panorama ti ripaga dello sforzo” … queste sono solo alcune delle frasi che spesso, da piccola ed anche ora, sentivo dirmi; ogni cosa bella spesso si ottiene dopo aver fatto fatica e addirittura quando la si conquista si ha una certa soddisfazione! Nella vita è difficile ottenere qualcosa senza aver faticato un po’. Detto questo mi chiedo: non è che in una società che sta cambiando tanto rapidamente, dove ogni cosa deve esser ottenuta col minimo sforzo ed il minor impiego di forze possibile ci abbia portati a pensare che se un bimbo continua a piangere perché ha un bisogno, continua a chiedere che venga tenuto in braccio ogni secondo, cerca il seno ogni 2h per restarvi attaccato anche per 1h (che è la normalità per un bimbo che fino a poche ore o giorni prima era abituato a non conoscere la fame) non siano cose normali? E che il bimbo debba adattarsi rapidamente al nostro frenetico mondo? E mi viene da chiedermi non è che è la società quella sbagliata e non il bimbo? Non è che siamo noi quelli viziati e non il bimbo?

 

Spesso nei corsi pre parto faccio questo esempio alle coppie: immaginatevi che tutto d’un tratto venite catapultati su Mercurio un mondo nuovo dove fa freddo, si respira in modo diverso, ci sono molte differenze dal mondo al quale eravate abituati, non vorreste anche voi una guida, qualcuno che vi stia accanto e vi rassicuri che va tutto bene e vi aiuti pian piano e con calma ad abituarvi al nuovo mondo? Figuratevi un bambino.

 

In realtà il mondo del neonato è un mondo molto sensibile e lento, già in gravidanza la mamma viene portata ad avvicinarsi a questo mondo divenendo più recettiva a ciò che la circonda (infatti i sapori, gli odori, e spesso anche i rumori e le luci diventano molto più fastidiosi della norma) e spesso questo si acuisce dopo il parto. Il neonato da parte sua ha bisogno di poche cose: il seno della mamma, il suo profumo, il suo calore il suo contatto e la sua protezione, da lei e dal papà, non ha bisogno di molto e sarà poi il tempo e la crescita che lo renderanno pian piano indipendente di genitori e si staccherà autonomamente da essi, sta nel genitore rispondere alle sue esigenze, a seguirne e favorirne la crescita e ad aiutarlo ad aver fiducia in se stesso quando inizia a voler esplorare il mondo.

 

Tenete conto che il neonato è molto sensibile, a volte mi capita di sentire mamme o nonne che ipotizzano che il neonato di poche settimane sia viziato perché sta tranquillo solo se il genitore sta in piedi, ma considerate che il neonato percepisce in modo diverso e acuito il mondo, anche la gravità e la posizione alta o bassa, per cui è normale che si accorga e voglia stare in una posizione o postura a lui comoda, d’altronde anche voi se siete seduti scomodi cambiate posizione o addirittura vi alzate in piedi, questo il neonato non può farlo in autonomia. Un neonato che piange ha un bisogno che può essere dolore per qualcosa o anche la noia di stare sdraiati a fissare il soffitto o giochini inanimati.

Un altro esempio calzante è il seno preso come ciuccio o come vizio…ma vi pongo una domanda semplice è nato prima il seno o prima il ciuccio? A questa domanda la risposta è facile da dare… il bimbo non prende il seno come ciuccio, bensì prende il ciuccio come seno, è ben diverso!

 

Il vero vizio è quello di un bambino che piange perché vuole un giocattolo, non è un neonato che piange perché vuole la sicurezza delle braccia del genitore. Non voglio ovviamente fare l’eroina di turno e dire che dobbiamo cambiare tutti modo di vivere, però possiamo aiutare il nostro bimbo ad entrare a fare parte della nostra società un passetto alla volta e non catapultandocelo in poche settimane o addirittura giorni.

 

Author Noemi Jennifer Colombo

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  • claudia 46 ha detto:

    il mio piccolo era un fedele appassionato del suo ciuccio personalizzato. siamo riusciti a farlo smettere attraverso un distacco graduale e soprattutto proattivo. ogni volta proponevamo attivita divertenti e interessanti per stimolarlo a nuove cose

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